«Sono andato a letto come ospite, mi sono svegliato in una famiglia».
Mentre pronuncia queste parole, nel tardo pomeriggio di sabato 26 febbraio, Vincenzo Di Pietto si sta ancora godendo la “famiglia” composta dal centinaio di persone che hanno affollato piazza Bruzzano, proprio davanti al suo negozio, per manifestargli solidarietà. Nella notte tra il 23 e il 24 il negozio “Gap Abbigliamento”, di cui Vincenzo è titolare assieme al fratello Stefano, ha subito un incendio su cui si sta ancora indagando. La natura dolosa è fuori discussione, ma il movente è tuttora difficile da individuare e lo stesso titolare non sa darsi una spiegazione. «Non mi avevano mai fatto nemmeno gli scarabocchi sulla cler», commenta con il poco di ironia che la situazione consente, ma il concetto è chiaro: qui problemi non ce n’erano mai stati, minacce non ne erano mai state ricevute.
Però Bruzzano è un quartiere che ha memoria storica delle sue vicende passate e questo spiega perché alla chiamata di solidarietà per questo sabato abbiano partecipato in così tanti. C’erano innanzitutto le istituzioni: il senatore Franco Mirabelli, l’assessore comunale alla Sicurezza Marco Granelli, la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi con i consiglieri Michele Albiani, Marco Mazzei, Gabriele Rabaiotti e Valerio Pedroni, il presidente del Comitato Antimafia del Comune Nando dalla Chiesa. Per il Municipio 9, oltre alla presidente Anita Pirovano e alla giunta erano presenti diversi consiglieri sia di maggioranza che di opposizione. Ma fondamentale è stata anche la partecipazione del tessuto sociale del territorio, dal neonato Comitato di quartiere alla parrocchia.
«I cittadini– ha commentato Pirovano - hanno risposto in maniera straordinaria. Era importante esserci per dimostrare che la legalità è un bene comune e come tutti i beni comuni ha bisogno che tutti e ciascuno siamo in prima linea. Non possiamo che far vivere la nostra comunità tenendo le serrande e gli occhi aperti e non avendo paura di nessuno».
“L’altra notte – parla l’assessore Granelli - c’è stato un segnale di illegalità. Oggi istituzioni di tutti i livelli, associazioni e cittadini hanno dato un segnale ancora più forte: qui a Bruzzano l’illegalità non passa. Bruzzano ha avuto in passato momenti difficili e li ha superati grazie alla coesione sociale”.
Del passato di Bruzzano Nando Dalla Chiesa ricorda di essersi occupato già a fine anni '80, quando dirigeva il mensile “Società Civile” e al quartiere e ai suoi pericoli dedicò addirittura una copertina. Per questo, anche in assenza di certezze sull’origine dell’incendio, ritiene necessario tenere la guardia alta: «Non credo sia un gesto isolato o vandalico. Questi atti non sono mai gratuiti: fanno parte di una strategia di valorizzazione della propria presenza sul territorio».
È lo stesso Vincenzo Di Pietto a ricostruire la dinamica di quanto accaduto nella notte tra mercoledì e giovedì: l’AMSA che passa verso le 4 e nota l’incendio, i vigili del fuoco che intervengono prontamente limitando i danni, l’antifurto che registra l’interruzione della corrente verso le 2.30, certificando che il fuoco è stato appiccato pochi minuti prima. Le indagini stanno proseguendo e c’è fiducia sulla possibilità di risalire in tempi brevi al colpevole e, di conseguenza, al movente.
Intanto proseguono anche le iniziative di solidarietà da tutto il quartiere. Grazie soprattutto ai social si è diffuso l’invito #acquistosolidale che ha portato molte persone a fare spese (e a testimoniarle con il classico selfie) allo scopo di aiutare il negozio colpito. «Tutti i negozianti della zona – conclude Vincenzo - si sono dimostrati dei fratelli, hanno reagito come se fossero stati colpiti loro. Molto più della rabbia per quello che ho subito, io ora provo gratitudine per l’affetto ricevuto».