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Quartieri
Sarà presentato un “patto di collaborazione” tra i sessi
L’8 marzo di Molce, la sartoria terapeutica di Dergano
Federico Russo | 13 febbraio 2022

A quasi tre mesi dalla sua apertura, Molce Atelier è nel pieno del suo percorso di crescita. Una prima scadenza importante è quella dell’8 marzo, data fondamentale per una “sartoria terapeutica” pensata per le donne che hanno subito violenze e abusi. Questa startup sociale, nata grazie a un bando della Scuola dei Quartieri del Comune di Milano, ha inaugurato lo scorso 25 novembre la sua sede di via Ciaia 8.
Dietro il progetto c’è un gruppo di professioniste di diversi settori che si è dato un duplice obiettivo: promuovere l’autonomia femminile attraverso l’apprendimento di un mestiere e favorire la riabilitazione delle frequentatrici attraverso il lavoro manuale e un percorso di sostegno psicologico.

La sede Molce a Dergano ospita entrambe le “anime” del progetto: il laboratorio da un lato, lo sportello dall’altro. Le utenti, già una ventina, in alcuni casi sono arrivate grazie a segnalazioni delle varie realtà sociali con cui l’atelier sta costruendo una relazione. Più spesso si sono presentate spontaneamente.
Paola Maraone, psicologa, si occupa del colloquio conoscitivo e dello sportello di sostegno. Il suo compito è individuare il trauma della persona che ha di fronte, inquadrarne i bisogni, accoglierla all'interno di un percorso di ascolto individuale ma anche formare, sulla base delle indicazioni raccolte, “classi” omogenee di 2-4 persone per ciascun corso.
Dell’insegnamento si occupa  Samanthakhan Tihsler, sarta e stilista di lunga esperienza. C’è un livello base, che parte dalle confezioni di gonna e pantalone, e un livello intermedio che affronta lavorazioni più complesse come il corpino o il capospalla. I corsi sono gratuiti, ma per chi lo desidera esiste anche la possibilità di organizzare, a pagamento, un corso individuale. «Per molte donne è un’occasione di socialità» ci racconta  Ilaria Solari, terza voce del progetto, che si occupa di ufficio stampa, comunicazione e networking.

In questo primo anno Molce è ancora in una fase di sperimentazione in cui è sostenuta dalla Scuola dei Quartieri, ma già lavora a pieno regime anche per realizzare lavori su commissione, tutti all’insegna della sinergia col vicinato si va dai grembiuli per Ranaba, una ceramista del quartiere, alle tende per il cinema “Nuovo Armenia”.
Ma la vera e propria fase dell’autonomia economica arriverà a breve: si punta a presentare la prima collezione per settembre. I capi realizzati avranno anche delle “etichette parlanti” che racconteranno la storia di riscatto delle donne che hanno eseguito il lavoro.

Intanto c’è l’8 marzo. Per questa data l’atelier sta costruendo un “Patto di collaborazione con gli uomini”, con tanto di testo che verrà presentato nell’ambito delle iniziative che si terranno in quel giorno presso la sede di via Ciaia. Saranno inoltre proiettate delle video-interviste a una serie di uomini che hanno aiutato il progetto a nascere e maggiormente si sentono oggi coinvolti nelle tematiche di genere. L’evento prevede anche le esibizioni di compagnie di giovani danzatori e attori sul tema della violenza di genere.
Altre novità riguardano il piano simbolico. L’arredamento della sede sarà ancora arricchito perché, raccontano in coro le responsabili del progetto, «per le donne che accogliamo vogliamo un luogo che sia accogliente come una casa». C’è poi il logo, che possiamo mostrare in anteprima (nella seconda immagine) e richiama visivamente una “ferita che si rimargina” con ago e filo.
Un concetto che rimanda al nome stesso del progetto: “molcere”, parola desueta ma non nel significato, vuol dire appunto addolcire, lenire un dolore.

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