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L’iniziativa di Rotary, Comune e Municipio 9 per ricordare una ragazza uccisa nel 1987
In Bovisa il “lampione rosso” di Mary
Federico Russo | 24 novembre 2021

In Piazza Alfieri, parcheggio della stazione Milano Bovisa, c’era già una targa, con la foto e il nome, a ricordare Maria Luisa “Mary” D’Amelio. Dal 24 novembre c’è anche un lampione rosso, grazie a un’iniziativa del Rotary che vuole contribuire a conservare nella memoria collettiva la tragica storia di una ragazza di 17 anni che nel novembre del 1987 venne violentata e uccisa mentre raggiungeva la stazione per prendere il treno che l’avrebbe riportata a casa a Bollate. 
L’iniziativa, con il patrocinio di Comune di Milano e Municipio 9, è contestuale alla “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” istituita dall’Onu per il 25 novembre. Non a caso la scelta del lampione, simbolo della necessità, anche metaforica, di “illuminare”. E non a caso il rosso, che già grazie alle celebri panchine è diventato il colore del “no” a maltrattamenti e femminicidi.

La cerimonia, avvenuta nella stessa Piazza Alfieri, è stata aperta dal presidente di Rotary Club Passport Innovation Fabrizio Cavaccioli. In rappresentanza del Comune hanno partecipato la presidente della Commissione Pari Opportunità Diana De Marchi e la consigliera comunale Beatrice Uguccioni, in rappresentanza del Municipio 9 la presidente Anita Pirovano e l’assessora Tiziana Elli. Oltre a loro, Stefania Bartoccetti di Telefono Donna Onlus.
Negli interventi di tutte è emersa una consapevolezza: ricordare Mary significa parlare anche dell’oggi. Certo, da quel 1987 sono cambiate molte cose. È cambiata profondamente la zona della stazione della Bovisa, allora particolarmente  pericolosa per le tante aree industriali in stato di abbandono. E sicuramente il lavoro di tante istituzioni e associazioni ha contribuito negli anni a far sentire meno sole molte donne succubi di situazioni drammatiche.
Ciononostante, la cronaca dei femminicidi anche in questi giorni resta drammatica. Una “mattanza”, come l’ha definita Diana De Marchi, che nel suo intervento ha parlato della necessità di cambiare radicalmente il paradigma culturale che prevede la sottomissione della donna.
Uno sforzo che richiede anche un cambio di linguaggio, come ha sottolineato Beatrice Uguccioni: spesso anche l’informazione usa espressioni come “dramma della gelosia”o “troppo amore” a commento di quello che è semplicemente un crimine, dettato da una cultura della sopraffazione che troppe volte emerge sin dall’età dell’adolescenza, come purtroppo dimostrano diverse ricerche sociali.
«I femminicidi – ha commentato Anita Pirovano – non avvengono solo tra le mura domestiche, ma anche per strada. Le città devono diventare più sicure per le donne, nessuna ragazza deve avere paura di uscire. È una battaglia che passa anche dall’illuminazione stradale».

Il lampione rosso, intanto, non resterà un simbolo isolato. Grazie all’autorizzazione delle Ferrovie dello Stato, infatti, il Rotary potrà realizzare nell’area un progetto artistico più ampio, sempre legato allo stesso tema, che sarà affidato a Ozmo, grande nome della street art italiana.

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