“Ri-Make è mettere in pratica delle attività di mutuo soccorso”.
E se l’espressione può sembrare astratta, questi mesi di COVID hanno permesso di coglierne per intero tutta la concretezza. Perché questo collettivo, che da due anni occupa l’ex liceo Omero di via del Volga a Bruzzano, si è impegnato con altre realtà del territorio per portare aiuto e solidarietà in varie forme.
Ma non solo di emergenza si occupa Ri-Make: progetti come “Non sei sola, non sei solo” hanno conquistato la ribalta televisiva nazionale ("Sono le Venti" di Peter Gomez su Canale 9); il “pranzo con mercatino biologico della domenica” ripreso il 14 giugno dopo il lockdown, è per decine di persone un appuntamento fisso. Sulla possibilità di utilizzo dello spazio occupato c’è una vicenda ancora in evoluzione, ma intanto con Piero Maestri, attivista, parliamo di cosa è stato fatto in questi mesi.
“Siamo riusciti, a distanza, a portare avanti i tre ambiti di attività riconducibili a “Non sei sola, non sei solo”: lo sportello sindacale, a disposizione di chiunque abbia problemi di lavoro o di reddito e abbia bisogno di consulenza; la cura dei bambini, attraverso il “babysitteraggio solidale”; la spesa a domicilio per chi non può uscire di casa”.
Attività interamente gratuite, svolte anche in collaborazione con le istituzioni (l’associazione di cui Ri-Make fa parte, “Fuori Mercato”, è stata inserita nella rete comunale “Milano Aiuta”). Tutti questi progetti nel corso dei mesi di emergenza hanno avuto un’evoluzione, che Maestri riassume così: “Lo sportello ha raccolto telefonicamente decine di contatti; sul babysitteraggio abbiamo notato che spesso la difficoltà maggiore per le famiglie è rappresentata dalla didattica a distanza: da qui le collette che abbiamo organizzato per la consegna di pc e tablet a chi ne aveva bisogno; con la spesa solidale siamo venuti in contatto con 130 famiglie, oltre all’aiuto che abbiamo dato a molti per la compilazione della domanda per il “Buono spesa” del Comune. Ma in questi mesi è avvenuto un altro grande cambiamento che ci ha direttamente riguardato: abbiamo avvicinato tante ragazze e tanti ragazzi, che hanno trovato nel volontariato una dimensione”.
Ovviamente il volontariato ha varie anime. Ri-Make non nasconde la sua identità politica e culturale, definendosi esplicitamente “Spazio di Riappropriazione Sociale, Autogestione e Mutuo Soccorso Conflittuale”.
L’occupazione della ex scuola di Bruzzano è avvenuta dopo che la precedente esperienza, nei locali dell’ex-BNL di via Astesani ad Affori, si era conclusa con uno sgombero. Negli ultimi due anni il Comune ha varato in modo sperimentale un riconoscimento dei cosiddetti “beni comuni”, da attuarsi attraverso un patto di collaborazione tra lo stesso Comune e le realtà sociali che ambiscono a essere ricomprese in questa categoria. Una modalità diversa di utilizzo degli spazi (pubblici e privati) che l’istituzione legittima attraverso una condivisione a monte delle regole. Una strada che Ri-Make aveva deciso di percorrere, presentando formalmente la propria “manifestazione di interesse”
Proprio perché questo discorso era già stato intrapreso, per Ri-Make è arrivata come un fulmine a ciel sereno la delibera con cui, a inizio giugno, la Giunta comunale ha individuato “25 beni in disuso - aree ed immobili di proprietà comunale non più utilizzati - che saranno oggetto di un avviso di interesse pubblico". Tra gli immobili inclusi nell’elenco c’è anche quello della Cascina Torchiera, in piazza Cimitero Maggiore, autogestita da più di vent’anni.
“Restiamo particolarmente colpite/i – è la presa di posizione che Ri-Make ha reso esplicita nei giorni successivi - vedendo che l’immagine a corredo di questo comunicato stampa è proprio quella del primo giorno in cui, dopo aver apposto ai cancelli della scuola lo striscione “Riapriamo Ri-Make”, ci siamo messi a raccogliere i calcinacci, igienizzare i locali, tagliare l’erba dei prati”. Insomma, dicono gli attivisti di via del Volga, non esattamente l’immagine di un “immobile in disuso”.
“Ci auguriamo che il confronto riparta. La nostra manifestazione di interesse – conclude Maestri – testimonia la volontà di giungere a un accordo con il Comune, sulla base delle regole varate dal Comune stesso. Ri-Make è un bene comune, e vorremmo che fosse riconosciuto come tale”.