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Quartieri
I tre fondatori della startup
L’esperienza di una giovane startup nei Municipi 8 e 9
Blink, le consegne a domicilio facili e sostenibili
Federico Russo | 20 maggio 2020

Cosa accade se un progetto di logistica sostenibile “incontra” il Coronavirus, e ne trae ispirazione per nuove iniziative?
Qualcosa del genere è accaduto a Blink, startup nata al Politecnico e patrocinata dal Comune di Milano, che ha attivato un servizio di consegne a domicilio. Un progetto che ha riscosso anche l’interesse di FabriQ, incubatore di innovazione sociale del Comune di Milano, che ha selezionato Blink tra i soggetti protagonisti del Bando “FabriQ Quarto” dedicato ai quartieri dei Municipi 8 e 9. E proprio in queste zone, come vedremo,  Blink ha preso di petto l’emergenza di questi ultimi mesi creando un servizio di consegna a domicilio della spesa rivolto a tutti i cittadini.
Ma partiamo dal progetto fondamentale: “Il nuovo servizio di delivery che mette il tuo prodotto nelle mani del tuo cliente oggi stesso”, come lo presenta la stessa startup. «Il nostro valore aggiunto rispetto ai normali corrieri - spiega Jacopo Berlusconi, uno dei tre fondatori – è proprio la tempistica migliore. Spesso il grosso limite delle consegne online è nell’impossibilità del cliente di scegliere il momento più comodo per lui per ricevere la merce. Ma anche al venditore offriamo un processo più semplice e più automatico».

E con questo abbiamo risposto alla domanda “perché dovrei usarlo?”. Ma Blink è soprattutto un progetto dalla valenza sociale, e su questo è stato selezionato da FabriQ Quarto (bando che valorizza “le imprese che guardano alla periferia come luogo di sperimentazione”). Perciò la seconda, fondamentale, domanda è: “Perché dovrei desiderare un progetto del genere nella mia città?”. Qui, nella proposta di Blink c’è una parola chiave, ed è “multimodalità”. «Noi ci appoggiamo a operatori terzi – parla ancora Jacopo – e facciamo la staffetta con diversi mezzi. È una scelta di flessibilità che ci permette di superare i limiti che ogni singolo mezzo ha. Il furgone va bene quando si hanno da fare in giro per la città poche consegne di tanta merce. Ma per una situazione come quella classica dell’e-commerce, con tante consegne di pacchi perlopiù piccoli, è decisamente migliore la bici, più rapida e meno inquinante. Perciò noi utilizziamo i furgoni soprattutto se dobbiamo collegare la città verso l’esterno, ma all’interno prediligiamo mezzi leggeri come le bici cargo o gli scooter».

E veniamo al servizio di spesa online.
«A marzo, mentre eravamo pronti a iniziare a lavorare coi negozi, è iniziato il lockdown. Questo ci ha creato un intoppo, ma nello stesso tempo ci ha permesso di intercettare una nuova domanda, a cui pochi operatori erano in grado di dare una risposta». Durante la quarantena Blink ha dunque sviluppato - grazie a una partnership con alcuni supermercati - un sevizio che permette a chiunque di fare una spesa completa direttamente dal sito della startup e riceverla a casa il giorno successivo all'ordine o in una data preferita, garantendo tutte le precauzioni sanitarie da parte degli operatori logistici.


Ora, si spera, si va verso un ritorno alla normalità. Cosa rappresenta per voi questo momento?
«Crediamo che la soluzione Blink assuma ancora più valore. Intanto perché molti torneranno a uscire di casa, e quindi aumenterà il bisogno di poter scegliere la tempistica delle consegne, senza correre il rischio di non farsi trovare. Inoltre, con l’aumento del traffico, il tema della logistica sostenibile tornerà centrale».

Agirete in una zona particolare?
«Siamo attivi su tutta Milano, ma grazie soprattutto a FabriQ siamo radicati e continueremo a espanderci soprattutto nei Municipi 8 e 9».

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