HOME Chi siamo Dove siamo Grafica e libri Cooperazione Corsi ABC Junior Lavora con noi
Quartieri
La stilista di Dergano ci racconta il successo della sua iniziativa
Le "mascherine della solidarietà" di Samanthakhan
Federico Russo | 31 marzo 2020

“Ho l’occasione di rendermi utile facendo ciò che so fare meglio: cucire, disegnare, tagliare”.
E così, nel giro di pochi giorni, i tessuti che avrebbero dovuto trasformarsi in abiti da sposa sono diventati utili per realizzare mascherine da fornire a chi ne ha bisogno. Spirito di solidarietà e desiderio di non fermarsi sono le due molle che hanno portato Samanthakhan Tihsler, sarta e stilista, da oltre un decennio attivissima con il suo atelier in zona Dergano, a un’iniziativa che sta conquistando molta visibilità (anche mediatica, soprattutto grazie alle 60 dotazioni donate all'intera redazione di "Radio Popolare"). La notorietà legata alle sue creazioni non le è mai mancata, ma anche lei, a seguito dei decreti di emergenza da COVID-19, ha dovuto chiudere il suo studio di via Mercantini e “portarsi il lavoro a casa”. E infatti, mentre ci risponde al telefono, continua a dare un occhio alle ultime mascherine di giornata.

“Per i miei abiti - ci racconta - utilizzo tessuti biologici come la canapa, che è antibatterica. Da qui è nata l'idea per questo nuovo utilizzo. Il materiale che avevo da parte si è esaurito presto, ma per fortuna ho fatto in tempo a fare un ordine presso il fornitore di cotone biologico, sterilizzabile in acqua bollente”

Quante mascherine hai realizzato finora?
“Circa 300, e ora vado a una media di 50 al giorno. Si va dal singolo, che ne chiede una o due, all'attività ancora aperta a cui ne servono dieci. Le consegno quando esco per fare la spesa, o uso una carrucola per calarle in strada”.

Entrambe le modalità di consegna spiegano bene come l’attività e le relazioni sociali di Samanthakhan siano legate alla vita di quartiere.
“Moltissimo. Qui a Dergano ho ricevuto da subito tante richieste. Ora mi sto espandendo su Affori, dove si è creato un passaparola grazie ai vari gruppi Facebook della zona”.

Raccontata così, potrebbe sembrare una classica, normale, attività commerciale. Giusto invece chiarire che la finalità maggiore resta quella solidale: le mascherine prodotte hanno per tutti prezzi abbordabili, fino a diventare gratuite per associazioni e volontari che in questi giorni stanno portando assistenza sul territorio (“per loro lo faccio volentieri”).
Ma il discorso “solidarietà” è più vasto e ci riporta alla realtà di Dergano, quartiere in cui la tradizione artigiana è antica ma anche recente, grazie a iniziative come “Via dolce via” che l’hanno rivitalizzata. Tante le attività, dalla libreria-caffetteria Mamusca alla gioielleria Opella, da “Il Bio a Dergano” al progetto sociale di “Rob de Matt”. Progetti, peraltro, di cui spesso le protagoniste sono donne (ma è la stessa Samanthakhan che invita a non sottovalutare l’apporto di compagni e collaboratori: “dietro una grande donna c’è sempre un grande uomo!” ci dice, divertendosi a ribaltare il luogo comune). Di sicuro, per una realtà socio-economica del genere, il lockdown di queste settimane ha conseguenze pesanti.

“Gli artigiani stanno soffrendo tantissimo. Per me in questo momento “aiutarsi tra piccoli” ha un valore culturale, oltre che umano: si tratta di difendere un modello sociale. Dobbiamo lottare insieme per sopravvivere. Ma anche dalle istituzioni mi aspetto un sostegno, come è stato in passato per iniziative come “Manifatture aperte”. Il piccolo non va lasciato solo”.

Samanthakhan, milanese ma con radici tedesche, svizzere e indiane, ha iniziato la sua attività nel 2008. Definisce i suoi abiti da sposa “ironici, leggeri, frizzanti”. Negli anni ha focalizzato sempre più l’attenzione su sostenibilità e innovazione. Oltre a creare, insegna Moda, Alta sartoria e Modellistica avanzata in due scuole (“mi piace insegnare; il mio lavoro va tramandato”). Se pensa al futuro riesce, pur nell’incertezza, a restare fiduciosa.
“L’esperienza di queste settimane mi porterà da qualche parte che ancora non so bene. Appena è iniziata l’emergenza, ho capito subito che non dovevo restare ferma ma adattarmi alle circostanze. Non puoi farti travolgere dall’onda, devi cavalcarla”.

Commenti