“Mi piaceva l’idea di trasmettere energie positive alle persone che entrano nel parco”.
Matteo abita da pochi anni qui, in questo angolo di Affori a cui ha deciso di donare un po’ di colore e soprattutto di arte. Siamo all’incrocio tra via Osculati e via Cialdini: nel giro di pochi metri ci sono la torre medievale di via Osculati, l’antica parrocchia di Affori (ora palazzo abitato) e l’ingresso al Parco Litta. Difficile concentrare in così poco spazio tanta storia e tanta identità di un quartiere. Eppure, dal punto di vista estetico, c’era qualcosa di poco soddisfacente: come lo stesso Matteo ci racconta, “la facciata esterna era ricoperta di tag” ossia le scritte che i graffitisti usano lasciare sui muri delle città come segno di riconoscimento. Non che lui desiderasse qualcosa di asettico. L’idea di una “firma” artistica all’esterno del suo appartamento poteva anche andare bene. A patto, però, che contenesse un messaggio, comprensibile e condivisibile per tutti.
Da qui la scelta che ha portato a fine agosto alla realizzazione di “Out of the comfort zone” splendida opera realizzata con vernici spray dall’artista Alessandro Etsom. Il murale, che copre per intero il primo piano dell’edificio, mostra un volto d’uomo che fronteggia il suo “alter ego”, un altro viso ma composto da elementi della natura. A completare l’opera un riferimento al mondo animale (un uccello) e uno al mondo spirituale, con il simbolo Om, il più sacro mantra induista, seminascosto nel volto "vegetale" . L’uomo esce dal suo abituale modo di vivere (l’area “di conforto” del nome dell’opera) e si confronta con la propria parte naturale e spirituale.
Ci si può cogliere anche un link a temi di attualità come il cambiamento climatico e la sostenibilità dei nostri consumi, ed è lo stesso artista a confermare la possibilità di più piani di lettura del suo lavoro. Lui si chiama Alessandro “Etsom” Conti, viene da Bergamo e a 24 anni è già un affermato illustratore e artista di strada. Contattato da Matteo, ha da subito dato la sua impronta al progetto. “È stata un’esperienza bellissima - ci racconta – anche perché il tema trattato mi sta molto a cuore. Io e Matteo ci siamo trovati d’accordo sulla realizzazione di un’opera interpretabile a più livelli. C’è un livello base, ed è quello rappresentato dal rapporto tra uomo e natura. Ma in più, io ho voluto dare alla natura sembianze umane”.
Qual è il senso di questa scelta? “Creare immedesimazione. Una persona si affeziona di più a ciò che sente più simile a sé. La natura ha i suoi sentimenti e i suoi dolori, raffigurarla con volto umano significa farla sentire più vicina. Posso dire che in generale nei miei lavori c’è sempre una doppia verità. È la mia poetica”.
Per le creazioni di Alessandro, come di chiunque faccia arte di strada, è fondamentale il rapporto con il luogo fisico in cui si crea. “Certo, ogni opera è pensata per un luogo preciso. Io non conoscevo Affori, ma ho scoperto un piccolo gioiello nascosto, molto verde e molto tranquillo. Il murale che ho realizzato è ovviamente legato alla vicinanza del parco. Credo che questo possa aiutare a rendere i luoghi più vissuti. L’arte per come la intendo io deve dialogare con le persone che attraversano un luogo. È forse la cosa che mi differenzia maggiormente dai writers, verso i quali non ho pregiudizi. È un movimento individualista nel senso buono, punta a lasciare un’impronta. Però nelle tag non c’è dialogo, non sono fatte per essere capite dagli altri”.
Un timore, espresso da alcuni, è che possano riapparire nuove scritte a deturpare il murale. “Non credo, nella mia esperienza non è mai accaduto. In genere hanno rispetto del lavoro svolto. E credo che anche il regalo che Matteo ha fatto alla collettività meriti rispetto. Non ha voluto un’opera dentro casa, l’ha voluta per tutti”.
Uomo, natura, spiritualità: scopriamo il nuovo murale di Affori
Si chiama “Out of the comfort zone” ed è stato realizzato da un giovane artista in via Cialdini
Federico Russo | 4 settembre 2019
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