HOME Chi siamo Dove siamo Grafica e libri Cooperazione Corsi ABC Junior Lavora con noi
Evidenze
Istituzioni e cittadini hanno commemorato l’agente ucciso 10 anni fa in Bovisa
“Una storia esemplare”: Milano ricorda Nicolò Savarino
Federico Russo | 12 gennaio 2022

“Sembrava fosse il fratello di tutti”. Fa un certo effetto sentirlo dire da uno dei fratelli in carne e ossa, ma la frase pronunciata da Carmelo Savarino coglie nel segno. Nicolò Savarino aveva un legame molto forte con le persone e il territorio del Municipio 9, quello dove prestava servizio come agente di polizia locale e dove trovò la morte esattamente dieci anni fa nel più tragico e balordo dei modi. Un normale controllo a seguito di un piccolo incidente, l’auto che non si ferma e lo travolge, il minorenne alla guida che scappa, l’inutile corsa al Niguarda. La vita spezzata a soli 42 anni.

Anche quest’anno, presso il parco di via Livigno in Dergano che dal 2013 porta il nome del vigile, si è ripetuta la commemorazione del suo omicidio. Un doveroso omaggio a un uomo ucciso mentre prestava servizio, a una “storia esemplare” come l’ha definita la vicesindaca Anna Scavuzzo, ma anche un appuntamento con la memoria per un’intera comunità che si sentì ferita da quella tragedia.  «Nostro compito è dare a Nicolò nuova vita» ha commentato Scavuzzo dopo la deposizione delle corone, riferendosi alla necessità di trarre forza anche dalle vicende più tristi e saper trasformare la rabbia in un’energia più vitale. «Auguro a noi – ha aggiunto sullo stesso tema il comandante della Polizia Locale di Milano Marco Ciacci - di proseguire in questo percorso di passione, dedizione e servizio ai cittadini che Savarino ha incarnato».

La famiglia, per voce del fratello Carmelo, è prodiga di ringraziamenti per i cittadini, le autorità presenti e quelle passate (in particolare l’ex sindaco Pisapia). Certo non può passare facilmente la delusione per la lunga e controversa vicenda giudiziaria: la pena mite, 9 anni e 8 mesi, per l’omicida (che è tornato a delinquere appena riconquistata la libertà), l’assoluzione per l’altro imputato.  Parla senza mezzi termini di “schiaffo morale” Rocco Savarino, che di Nicolò è il fratello maggiore.  Un’amarezza ripagata soltanto dall’affetto che ancora a distanza di dieci anni questa famiglia sente attorno a sé.
Rocco è stato il primo, nel 1978, ad abbandonare Campobello di Licata, il paese siciliano di origine, per trasferirsi a Rho (il cui comando di polizia locale è oggi intitolato al fratello  ucciso). Nicolò lo seguirà anni dopo, terminati gli studi. Prima una decennale esperienza come bidello comunale, quella che gli permetterà di entrare in contatto con il Municipio 9 prestando servizio in viale Jenner. Poi “il pallino del vigile”, per usare le parole di Rocco. Il concorso interno, l’esame superato, la divisa. Altri dieci anni al servizio della collettività, fino a quella maledetta sera del 12 gennaio 2012, quell’inseguimento in bici dal parcheggio della stazione di Bovisa fino a via Varè terminato in tragedia.

Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza, al termine della commemorazione ha annunciato l’intenzione di far istituire un riconoscimento regionale nel nome di Savarino da consegnare ogni anno, in questa data, agli agenti della Città Metropolitana di Milano che più si sono distinti nel prestare servizio.
L’assessore cittadino alla Sicurezza, Marco Granelli, ha invece ribattuto l’annuncio fatto nelle ore precedenti dal sindaco Sala circa l’arrivo di nuovi 500 vigili, promessa fatta in campagna elettorale. La delibera sarà portata in giunta entro la fine del mese, ha garantito l’assessore, per far sì che entro la fine dell’anno si possa procedere alle prime assunzioni.

Commenti