Davvero le ondate di freddo sono la prova del fatto che gli allarmi sul cambiamento climatico sono eccessivi? Davvero “chimico” è sinonimo di dannoso? Degli OGM si deve sempre diffidare?
A rendere attualissime queste domande concorrono due fattori: da una parte, l’importanza centrale che hanno assunto i temi dell’ambiente. Dall’altra, la massa di notizie che spesso in modo incontrollato ci piove addosso. Notizie non sempre verificate, a volte grossolanamente false ma capaci comunque di sedurre e inserirsi nel dibattito pubblico. “Bufale” o, come da definizione più recente, “fake news”, spesso difficili da contrastare. Questi mesi di emergenza Covid ce ne stanno dando ulteriori prove.
Al tema è stato dedicato il convegno “Stop alle fake news in ambito ambientale”, promosso dal Consiglio comunale milanese insieme a Green Planner, che si è tenuto il 23 ottobre in modalità online. L’incontro, introdotto dalla vicepresidente dell’assise civica Beatrice Uguccioni, ha avuto un uditorio composto in gran parte da studenti, dunque ragazze e ragazzi che vivono l’età in cui maggiore è la necessità di affinare gli strumenti per saper distinguere le notizie vere da quelle tendenziose. Per difendersi, ma anche per non diventare complici di quella che è a tutti gli effetti una forma di inquinamento dell'informazione.
Perché può essere difficile smascherare le “fake news”? Perché, ha spiegato nel primo intervento Maurizio Molinari, responsabile ufficio di Milano del Parlamento Europeo, barare è più facile che giocare in modo pulito. Un messaggio come “L’Ue vuole imporre la carne finta!” – è cronaca di questi giorni – ha tutto per fissarsi nella testa delle persone: è breve, assertivo, indignato. Spiegare che, in realtà, il Parlamento Europeo ha soltanto respinto gli emendamenti che intendevano proibire l’uso di diciture come “hamburger vegano” o “bistecca vegetale” per prodotti privi di carne è decisamente più faticoso. Richiede tempo e sforzo di comprensione. La complessità, oltretutto, spesso è controintuitiva. Lo dimostra il caso citato in apertura: se d’inverno arrivano violenti fenomeni di maltempo, sarà per molti intuitivo dedurne che non ci sia alcun cambiamento climatico. Quando invece, ha ammonito nel suo intervento Annalisa Corrado di Kyoto Club, proprio gli eventi atmosferici estremi sono la conseguenza del profondo mutamento in atto.
Nel mondo della chimica, di cui ha parlato la professoressa Valentina Domenici, c’è quella che è forse la madre di tutte le fake news: le celeberrime “scie chimiche”, prodotto dalla condensazione al passaggio degli aeroplani ad alta quota, che varie teorie complottiste negli anni hanno tentato invece di attribuire a esperimenti segreti. Lo stesso termine “chimica” nell’immaginario comune crea un’idea di contraffazione, al punto da convincere molte aziende a presentare i propri prodotti come “chemical free” allo scopo di sottolinearne la genuinità. Ma si tratta di una contrapposizione, quella tra “chimico” e “naturale”, sbagliata alla radice. Era d’altronde una “bufala”, piccola curiosità, anche il famoso “sale rosa” al cui colore erano stati attribuiti effetti benefici per la salute. Si trattava, molto più banalmente, dell’effetto di impurezze di ferro.
Se si parla di informazione ambientale corretta, è necessario fare un riferimento al fenomeno del “greenwashing”, termine che identifica la tendenza di istituzioni e aziende a compiere operazioni “verdi” di facciata allo scopo di dare in modo ingannevole una positiva immagine di sé all’opinione pubblica. Ne ha parlato Massimo Ramunni, country manager di Two Sides Italia.
L’attualità porta al tema Covid, affrontato dal presidente Biotecnologi italiani Davide Ederle: “è solo una banale influenza”, “è stato creato in laboratorio”; “è clinicamente morto” sono tutte informazioni che in questi mesi hanno avuto visibilità e credito anche perché riportate in articoli scientifici. In alcuni casi si trattava di bufale vere e proprie (e le pubblicazioni che le contenevano sono state ritirate), in altri di informazioni parziali presentate in modo forzato. Errore, ha concluso Ederle, che si sta commettendo tutt’ora con l’affermazione “Dobbiamo imparare a convivere con il virus”. La scienza, purtroppo, sta dicendo un’altra cosa: il virus è in fase esponenziale. Sta guidando la nostra macchina. In attesa di un vaccino, adesso la priorità assoluta è togliergli il volante.
Se ne è parlato in un convegno promosso dal Consiglio Comunale di Milano
Fake news in ambito ambientale: come difendersi
Federico Russo | 25 ottobre 2020
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