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Cultura
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#CoopforCulture
Da Palermo un nuovo modello di sviluppo: multiculturale e inclusivo
Intervista con Giovanna Barni
R.B. | 13 luglio 2018

In occasione dell’Anno europeo del Patrimonio e dell’iniziativa #CoopforCulture, di cui abbiamo dato conto nei giorni precedenti e che avrà luogo oggi a Palermo, abbiamo rivolto qualche domanda a Giovanna Barni, presidente di Coopculture e fra i protagonisti del convegno.

Oggi a Palermo si svolge un evento intitolato “#CoopforCulture: da Palermo un modello di sviluppo cooperativo multiculturale per il patrimonio e l’Europa”. Di che modello stiamo parlando?

Stiamo parlando del modello della cooperazione culturale che vede le varie cooperative collaborare attraverso tutto ciò che la cultura può produrre per sviluppare i territori: dai prodotti editoriali al merchandising al design, senza dimenticare le librerie e i percorsi a piedi all’insegna del turismo sostenibile, alla scoperta dei monumenti ma anche delle tradizioni locali, dei mercati e dell’enogastronomia. È una proposta integrata fra le varie cooperative che operano nel territorio di Palermo, tra cui CoopCulture, che è al centro di questa iniziativa in quanto propone, attraverso la gestione dei musei e dei monumenti, di valorizzare il patrimonio straordinario che caratterizza il capoluogo siciliano e la sua provincia. È un nuovo modo di fare sviluppo, partendo dal patrimonio culturale e avvalendosi di una sinergia senza precedenti fra le varie cooperative.

Verrà presentato il Rapporto di sostenibilità del 2017 di CoopCulture. Che bilancio traccia personalmente e cosa si augura da questo 2018 per quanto concerne sviluppo sostenibile, cooperazione e cultura?

Sono anni che Coopculture, che è la più grande cooperativa italiana ed europea fra quelle che si occupano di gestione e valorizzazione del patrimonio artistico, propone dei servizi innovativi e di grande livello, concentrandosi sull’impatto che quest’attività può avere su una filiera molto più ampia. Pensiamo all’occupazione, alle necessità dei giovani e dei territori: noi non ci limitiamo a contemplare l’esistente ma guardiamo, da sempre, al futuro. La nostra attività consente di sviluppare il turismo, la creatività e molto altro ancora, puntando ad esempio sull’innovazione tecnologica per i visitatori dei musei. Come dicevo, è una filiera molto più ampia che si attiva per valorizzare il patrimonio nel suo insieme, collaborando con l’amministrazione in carica e aiutando gli enti locali. Questo è il nostro impatto sul territorio: un qualcosa di tangibile, di visibile, il nostro contributo attivo allo sviluppo sostenibile.

Sul piano europeo, quale può essere il ruolo delle cooperative per contribuire allo sviluppo di cultura, cittadinanza attiva e sostenibilità in un momento delicato come quello che stiamo vivendo?

La forma cooperativa, in tal senso, è la migliore perché coniuga sostenibilità, dialogo, ascolto, radicamento sul territorio e crescita armonica della comunità nel suo insieme. Nell’Anno europeo del Patrimonio, ciò è ancora più vero poiché, seguendo queste linee guida, cresce la cittadinanza e diventa più semplice anche dialogare con i nuovi italiani.

Ciò che stiamo facendo a Palermo, città storicamente nota per la sua mescolanza di culture diverse, può diventare un punto di riferimento per l’Europa, promuovendo un’economia nuova, circolare e basata su un modello a rete che favorisce l’integrazione, a cominciare dalla conoscenza di monumenti che ci parlano di una società che già tanti secoli fa era, più che mai, multietnica. Questo è anche il miglior modo per entrare in contatto con i giovani, con le loro esigenze e con la loro necessità di risposte e di proiettarsi verso il futuro.

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