Per qualcuno “erano tutti rossi”. Per altri “rubagalline”. Per altri “inutili dal punto di vista militare” o “violenti”.
“Anche i partigiani però…” è il libro con lui la storica Chiara Colombini ha analizzato queste diffuse convinzioni, collocando ogni evento all’interno del tempo e dello spazio in cui è avvenuto, ricostruendo il contesto storico, evitando soprattutto di usare il presente come metro di giudizio per giudicare il passato. Il libro, edito da Laterza (collana “Fact checking”) è stato presentato sabato 26 marzo presso la Casa delle Memoria di via Confalonieri, grazie a un’iniziativa organizzata dalle sezioni ANPI del Municipio 9.
Nell’incontro Chiara Colombini, che lavora come ricercatrice presso Istoreto, l’Istituto piemontese per la Storia della Resistenza di Torino, ha esaminato uno per uno i luoghi comuni di “maggior successo”. Davvero la Resistenza era totalmente monopolizzata dalla presenza “rossa”? No. Senza negare che il Partito Comunista rappresentasse l’anima più numerosa e organizzata, le componenti erano molteplici e si differenziavano anche da territorio a territorio.
Davvero le bande partigiane di distinguevano per le razzie contro le popolazioni? Certamente c’era un bisogno impellente di rifornimenti, ma l’immagine dei “rubagalline” lascia intendere che i partigiani incontrassero soprattutto ostilità, mentre è dimostrato quanto fosse autentica e diffusa la solidarietà popolare verso la loro presenza.
Anche gli atti di violenza, soprattutto quelli successivi al 25 aprile su cui è stata costruita una saggistica di successo (il “sangue dei vinti”), richiedono una contestualizzazione. «C’erano stati venti anni, prima di quei venti mesi», ha commentato l’autrice, ricordando come anche l’istituzione di “tribunali partigiani”, in quelle settimane, rappresentasse una prova della volontà di non lasciare campo aperto alle violenze più incontrollate.
«Tutti questi pregiudizi – ha concluso Colombini – hanno una lunga tradizione, ma se in precedenza avevano una matrice culturale più marcatamente neofascista, o comunque “anti-antifascista”, negli ultimi trent’anni hanno acquisito una capacità di permeare il senso comune anche al di là di questi steccati». La collana di Laterza “Fact checking”, diretta da Carlo Greppi, si inserisce in questo dibattito con l’obiettivo di recuperare il rigore storiografico e collocare gli eventi nella giusta prospettiva.
L’incontro è stato coordinato dalla giornalista Ilaria Bartolozzi, con introduzione del presidente della sezione ANPI “Martiri di Dergano” Dario Marchesi. Le altre cinque sezioni ANPI coinvolte sono quelle di Affori, Niguarda (“Martiri Niguardesi”), Isola (“Almo Colombo”), Bovisa (“F.Severgnini”) e Prato Centenaro (“Teresio Mandelli”).