Il “Teatro del Buratto” è un centro di produzione teatrale, che dedica gran parte del suo lavoro ai più giovani, per far sì che fin da piccoli sviluppino passione e confidenza con l’arte. In veste di cooperativa, questa istituzione ha partecipato all’incontro che “Alleanza delle Cooperative” ha organizzato domenica 17 marzo all’interno di “Book Pride”, presso “La Fabbrica del Vapore”. Un incontro dedicato alle buone pratiche che i soggetti aderenti all’Alleanza stanno portando avanti sul tema “Libri e promozione della lettura”. Di questo e di altro parliamo con Silvio Oggioni, responsabile comunicazione del “Teatro del Buratto”.
Innanzitutto, cos’è e di cosa si occupa questo “centro di produzione”?
“Ci occupiamo di produzione teatrale, con uno sguardo rivolto in gran parte ai più giovani. Facciamo spettacoli, rassegne, laboratori. E certamente dedichiamo molta importanza alla lettura, perché il libro è uno strumento di narrazione imprescindibile per il teatro.
Il progetto per la prima infanzia “Nati per leggere” è rivolto ai bambini dai 2 ai 4 anni, per avvicinarli al libro in una fase di pre-lettura: spettacoli come “Storie del nido”, “In riva al mare”, “Semi di mela”, hanno proprio questa finalità.
Un altro filone di ricerca è il “teatro di figura”, e anche qui il nostro ultimo spettacolo, “Becco di rame” parte da un libro. La storia vera di un’oca che perde il becco per difendere la propria fattoria da una volpe viene raccontata proprio dal veterinario, Alberto Briganti, che le ha impiantato il becco di rame del titolo. Una favola che parla di disabilità e della possibilità di non arrendersi.
C’è poi anche un percorso per adolescenti. Affrontiamo col teatro temi che hanno a che fare con tutte le forme di devianza che a quell’età si possono affrontare. Lo facciamo senza moralismo: vogliamo porre domande, non dare risposte preconfezionate”.
Tre sono i luoghi di narrazione in cui il “Teatro del Buratto” è coinvolto: “Bi la Fabbrica del Gioco e delle Arti” di Cormano, e a Milano il Teatro Verdi e, buon ultimo, il Teatro Bruno Munari in via Bovio. Vogliamo parlare di questa realtà?
“Il Teatro Munari lo abbiamo ottenuto nel 2017 grazie a un bando del Comune di Milano. È uno spazio molto grande, con una sala da 380 posti e due sale collaterali da un centinaio di posti ciascuna. Finalmente Milano si è dotata di un qualcosa che prima non c’era: un teatro stabile per i più giovani. Le attività che stiamo raccogliendo in quello spazio intrecciano diversi linguaggi, dal circo contemporaneo con l’associazione “Quattrox4” alla musica con “Milano Classica”, per completare l’offerta culturale dedicata ai bambini. Con in più uno sguardo al territorio, soprattutto al Municipio 9 che ci ospita. A maggio organizzeremo un’iniziativa di una settimana interamente dedicata alle associazioni culturali del territorio”.
Qual è il valore aggiunto dell’essere cooperativa?
“Noi nasciamo come cooperativa negli anni ’70, abbiamo nel dna questa voglia di condividere. Certo le cose sono cambiate rispetto a quarant’anni fa, però cerchiamo di portare avanti la nostra visione: salvaguardare il lavoro dei soci e fare proposte di qualità. L’attenzione al territorio e temi sociali sono tratti distintivi”.