La Redazione ABCJunior, il 6 giugno scorso, si è riunita su Skype per intervistare la bravissima e disponibilissima dottoressa Pasculli.
Quali sono state in questi giorni di pandemia le paure maggiori dei suoi pazienti?
Le paure in questo periodo si sono modificate: inizialmente le persone che si sono rivolte a me avevano paura di non avere più la propria vita, che non avrebbero più fatto le proprie cose, che nulla sarebbe stato più come prima. Col passare del tempo la situazione si è ribaltata: ora non si è più sicuri e desiderosi di uscire e si teme quasi di stare nella folla.
Le piace il suo lavoro?
Sì, ma è molto faticoso: lavoro con le emozioni degli altri e magari devo aiutarli e sostenerli a superare momenti di ansia che, essendo umana, posso provare anch’io.
In generale come si sente in questi giorni di quarantena?
Ho fatto la quarantena da sola e lavorando moltissimo: ciò mi ha aiutato a non sentirmi mai isolata. Le nuove tecnologie sono risultate indispensabili.
Sappiamo che quest’anno ha collaborato con una classe primaria di Bruzzano: la 2ªA di via dei Braschi. Le sono piaciuti gli alunni?
Purtroppo sono entrata in classe solo il 1° febbraio e sappiamo tutti cosa è successo alla fine del mese. Sicché nel breve periodo in cui sono stata con gli alunni ho avuto modo di conoscere una classe molto variegata, dalle tante personalità e con tante risorse. Una classe unita nella quale ho riscontrato un bel lavoro di team e un bel clima grazie anche alle maestre. Saper stare bene con gli altri è fondamentale.
Trova più semplice aiutare i bambini o i ragazzi grandi e gli adulti?
Con gli adulti e con i ragazzi la comunicazione è più immediata, più chiara e per riuscire ad aiutare bisogna dialogare e far sì che la persona sia in grado di esprimere le proprie emozioni e i propri disagi. I bambini hanno più difficoltà ad esprimere e a comunicare le proprie emozioni e sentimenti quindi con i bambini piccoli diventa tutto più macchinoso e difficile, e devo usare metodi diversi quali giochi, disegni e tanto ancora.
È più semplice aiutare la gente in questo periodo o è più difficoltoso?
Sinceramente non ho trovato molte differenze fra i due periodi. Credo che sia uguale, perché le persone in difficoltà in precedenza avevano problemi di un certo tipo e ora di un altro tipo, ma in fondo sono sempre problematiche confrontabili.
Aveva in mente fin da piccola di fare la psicologa? E dal punto di vista professionale qual è stato il percorso studi e lavorativo per diventare psicologa?
Non ho sempre pensato di fare la psicoterapeuta, anzi, dopo le superiori ero parecchio indecisa tra due facoltà: giurisprudenza e psicologia. Passo dopo passo mi sono appassionata e si è delineato sempre di più il percorso da dover intraprendere. Un percorso lungo ma con un traguardo ricco di soddisfazioni. Inizialmente ho lavorato in un gruppo di ragazzi con disagi psicologici. Ho fin da subito capito che ero adatta a questo tipo di lavoro per via della mia empatia. Molti credono che gli psicologi diano la soluzione ai problemi altrui, ma con questo lavoro ho realizzato che non è così: in realtà lo psicologo non fa altro che mettere in evidenza gli strumenti, che ognuno di noi già possiede dentro di sé, per trovare la via di uscita ad ogni problema.
A settembre come faremo noi bimbi con la scuola?
Questi mesi di pandemia hanno creato sfiducia negli altri e non c’è più l’abitudine di stare insieme. Avremo bisogno di un nuovo allenamento che ci porti, seguendo le giuste regole, a una nuova modalità di socializzazione che non ci faccia perdere la spontaneità e il piacere di stare con gli altri.
La Redazione ABCJunior ringrazia la dottoressa Pasculli per la gentilezza e per la professionalità.
Greta Bonfante (8 anni)
Gianluca Bonfante (10 anni)
Romeo Rano (8 anni)
Gaia Alice Ronconi (12 anni)
Lucrezia Tognoni (16 anni)