Intervista a Andrea De Lotto (56 anni) insegnante milanese, impegnato nella lotta per il rispetto dei diritti umani. Ha vissuto molto anche all’estero tra El Salvador, Brasile e Spagna. Dal 2013 segue le vicende per la liberazione di Leonard Peltier, americano nativo indiano, leader dell’American Indian Moviment, dal 1976 in carcere, condannato all’ergastolo negli USA con l’accusa, ingiusta, di aver ucciso due agenti.
Di seguito una parte di una lunga intervista fatta da alcuni scolari tra cui Zamira Contreras della Redazione ABCJunior.
Chi è Leonard Peltier? Perché si trova oggi in carcere?
Leonard Peltier si trova in carcere da 45 anni perché formalmente negli USA l’ergastolo è proprio un ergastolo, e lui ne ha addirittura due, se solo si fosse dichiarato colpevole (e non lo è) ora sarebbe probabilmente fuori. Come lui stesso scrive, si ritiene colpevole di molte cose: l’essere un indiano, credere nella propria gente, aver lottato nell’American Indian Movement, non aver rinnegato le loro lotte, avere appoggiato le recenti lotte delle popolazioni native contro il gasdotto che rovina acque e terre dei nativi americani. Di questo certo che è colpevole, ma non di avere ucciso i due agenti in quel lontano 26 giugno 1975. Per la pressione dell’opinione pubblica la FBI voleva qualcuno da sbattere dentro e che la pagasse, e lo ha avuto «a marcire in carcere».
Con che prove è finito in carcere?
Prima di tutto una donna disse di essere sua moglie e che lo aveva visto uccidere i due agenti. Poi si scoprì che quella donna non era la moglie di Peltier, non lo conosceva neppure e non era in quel luogo quel giorno, ma fu sufficiente per ottenere l’estradizione dal Canada. Quando si seppe la verità il governo canadese protestò formalmente con il governo Usa, ma era troppo tardi, avevano ottenuto l’estradizione. Il processo fu poi organizzato per bene: in una città con forte tradizione segregazionista, Fargo, una cittadina del Dakota del Nord, con una giuria fatta tutta da bianchi e un giudice con fama di razzista. A posteriori il giudice ammise che «non avevamo prove, ma lui era lì e qualcuno dovevamo pur mettere dentro».
Com’è la situazione dei nativi americani oggi?
Non è certo buona. Nei loro ritagli di terra, espropriati di tutto, ma soprattutto della loro cultura. Due anni fa però a sorpresa si riunirono come non facevano da tanti anni e lottarono come leoni contro la costruzione di questo gasdotto che dicevo. Ricevettero i getti d’acqua della polizia locale. Ed era pieno inverno.
Cosa possiamo fare noi perché sia liberato?
Prima di tutto far conoscere questa vicenda, tutto aiuta. Far conoscere questa storia, far girare la voce. Non a caso il sito ufficiale si chiama whoisleonardpeltier.info. Chi è Leonard Peltier, molti lo sapevano, pochi lo sanno oggi, o credono che sia morto o libero e invece è da allora in galera.
Che si sappia la vergogna di questo Paese, che pretende esportare democrazia e libertà nel mondo. Purtroppo la nascita degli USA si fonda su uno dei più grandi massacri della storia, quello subito dalla popolazione nativa che chiamiamo Indiani. Raccontate la storia di Leonard, cercate su internet, troverete centinaia di articoli, video, canzoni, immagini. Fatelo conoscere. Grazie.
Zamira Daryely Daviran Contreras (8 anni)