Durante la settimana dell’arte al Liceo Artistico di Brera un collettivo di ragazze ha dipinto nella propria scuola un murales, la Venere Nuda, per celebrare l’Arte portatrice di libertà di pensiero ed idee.
Il nudo nell’opera, una rivisitazione della Venere di Milo con meno veli, è centrale poiché rappresenta la libertà e il ritorno allo stato primordiale, alla natura rappresentata dagli animali, che vivono con innocenza senza il pudore tipico degli uomini.
L’opera, però, è stata ritenuta dalla dirigente scolastica, sostenuta dal Consiglio di Istituto, una strumentalizzazione del corpo femminile (fosse la Venere di Milo esistita per davvero) e una violazione ad una normativa europea che vieta di rappresentare in luogo pubblico immagini che potrebbero urtare la sensibilità morale di culture e religioni. Dato che si può parlare di strumentalizzazione di un corpo, sia esso maschile o femminile, quando è chiaro lo scopo della mercificazione oltre che essere il corpo stesso quello di una persona comunque rappresentata, e dato che non è chiaro quale sia l’ambito culturale o religioso che potrebbe risentirsi per quest’opera possiamo solo immaginare che la decisione presa dalla scuola sia non appropriata.
Comunque sia, «'sto murales s'ha da coprire», almeno nelle parti più… critiche: «ubi maior, minor cessat». Ma, per estensione, a Brera chiuderanno la sala del nudo?
Comunque niente paura: non c’è norma o legge europea che consentirà di coprire le parti più... critiche del Davide di Michelangelo o della Venere Capitolina.