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Cronaca
Le mascherine di Fontana non arrivano… a fontana, ma con il contagocce
Francesco Adduci | 8 April 2020

Lasciamo stare le conferenze stampa delle 17.30 su Lombardia Notizie che vanno anche a sovrapporsi con quelle della Protezione Civile delle ore 18, che sono show di propaganda più che comunicazione di servizio e di informazione; lasciamo perdere tutte le varie polemiche sulla gestione regionale della crisi epidemica e sulle gravi mancanze di supporto alle RSA, che sono state anche incoraggiate con un ordinanza regionale ad aprire reparti Covid-19 -come ad esempio all’Istituto Palazzolo Fondazione Don Gnocchi- e che sono attualmente nel mirino della magistratura per morti sospette da infezione Coronavirus, come la Casa Famiglia di via Faccio ad Affori, il Trivulzio e una RSA del Corvetto; lasciamo perdere la questione tamponi dove vediamo regioni come il Veneto dove il rapporto tamponi/contagiati è di 13 a 1, mentre qui in Lombardia è poco più di 3 a 1; lasciamo perdere tutto quanto inerente alla fornitura di mezzi idonei e di protezione ai sanitari delle strutture ospedaliere; adesso, con l’ordinanza regionale del 4 aprile 2020 si dispone «l’obbligo per chi esce dalla propria abitazione di proteggere sé stessi e gli altri coprendosi naso e bocca con mascherine o anche attraverso semplici foulard e sciarpe» e poi, solo poi però, si provvede a far arrivare a giornalai e farmacie le fatidiche mascherine da distribuire gratuitamente (il costo alla fonte di una mascherina chirurgica, in confezioni da 10 o da 50, è in tempo di pace di 20 centesimi al pezzo, lievitato a circa 80-90 centesimi in tempi di Covid-19).

Ma non basta, dopo che il governatore Fontana ha asserito che verranno consegnate 3 milioni di mascherine ai Comuni (patetiche le sviolinate dei sindaci di tre Comuni lombardi al governatore andate in onda su Lombardia Notizie per l’arrivo di tali supporti) ha poi detto che a metà settimana 300mila mascherine sarebbero state consegnate gratis dalle farmacie, in pratica un numero irrisorio, un centinaio a farmacia forse? Due scatole da 50 pezzi? Le farmacie in Lombardia, per dire, sono poco più di 3.000, 3208 per la precisione.

Ad Affori la fornitura è arrivata a metà giornata con incredibili code in farmacia e con la sorpresa di una mascherina a testa e solo per talune fasce di pubblico, di reddito basso o con particolari patologie: E02 (disoccupati), E03 (pensione sociale), E04 (pensione minima), E13 (cassintegrati al minimo), E14 (basso reddito > 65 anni), E30 (patologie croniche), E40 (malattie rare). Ma era ovvio, visto il numero, ma meno ovvio il fatto che un cartello recitava «gli aventi diritto sono i pazienti con esenzione…», che non compare in alcuna comunicazione pubblica, visto tra l’altro che la Regione non ha precisato i criteri di distribuzione, lasciando così le decisioni al buon cuore dei farmacisti.

Comunque la soluzione di coprirsi «naso e bocca con mascherine o anche attraverso semplici foulard e sciarpe»… ai tempi della grande civiltà ellenica non avrebbe sicuramente trovato Ippocrate del tutto consenziente così come oggi tanti suoi illuminati colleghi.

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