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Cronaca
Lo sgombero del centro sociale è iniziato il 21 gennaio
Piazza Alfieri: i due militanti di "Casa Brancaleone" sono ancora sul tetto
Federico Russo | 23 gennaio 2020

I due anarchici sono ancora lì, sul tetto della palazzina di Piazza Alfieri, e  lì si preparano a trascorrere la terza notte. Sette metri più in basso, sul piazzale della stazione Bovisa, lo scenario è ancora lo stesso del 21 gennaio, giorno in cui è iniziato lo sgombero del centro sociale “Casa Brancaleone”: ci sono le forze dell’ordine, seppure in misura minore rispetto al primo giorno; ci sono i mezzi dei vigili del fuoco, pronti ad affrontare ogni eventuale emergenza; e ci sono i compagni dei due “irriducibili”, che non hanno mai smesso di presidiare la piazza. Sono una decina, hanno un banchetto con i volantini, affidano al megafono le loro rivendicazioni e le invettive contro i dirimpettai in divisa. Si definiscono “un gruppo di persone, fluttuanti, viaggiatrici, festaiole, naufragate o sopravvissuti dell’esistenza del lavora-produci-crepa”. Annunciano iniziative di sostegno, da un aperitivo vegan a un concerto per la serata del 23. Negano, come è stato scritto, che ci sia stata una divergenza all’origine della diversa scelta di tutti gli altri occupanti di abbandonare la struttura. Dichiarano esplicitamente il fine di questa loro resistenza: far capire “a chi lo ordina che costa caro sgomberare Brancaleone” e in generale “chi vive o sopravvive occupando”. Insomma, resistere abbastanza da rendere sconsigliabile in futuro la scelta dello sgombero. L’equipaggiamento e la determinazione dei due sul tetto, a quanto pare, sono sufficienti a far protrarre ancora questo braccio di ferro con le istituzioni.
Ma, nella scomoda posizione di ostaggi di questo braccio di ferro, ci sono i residenti del quartiere. Nei dibattiti social di questi giorni emerge un fastidio condiviso anche al di là delle differenze di vedute politiche e di stili di vita.
Il rapporto tra “Brancaleone” e gli abitanti della zona probabilmente non è mai nato, e di certo l’amore non è sbocciato in questi giorni. Le lamentele maggiori riguardano la musica ad alto volume e le complicazioni per la mobilità: via Bellagio, angolo della palazzina, è chiusa in entrambi i sensi  per consentire la presenza dei mezzi di soccorso. Una condizione non agevole per i residenti della via, costretti a fare larghi giri del quartiere, fino a Piazzale Lugano, per raggiungere le vie adiacenti.
Lo stabile in via di sgombero era stato utilizzato in passato per un centro diurno per anziani e un asilo nido. In seguito la struttura, non a norma, era stata abbandonata. Poi, nel 2017, l’occupazione e la nascita di “Casa Brancaleone”.

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