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Quartieri
Diversi i campus per ogni fascia di età tra Bruzzano e Comasina
I centri estivi di “Fondazione Aquilone Onlus”
Federico Russo | 23 giugno 2021

«Ci conoscono. Abbiamo esperienza sul territorio».
La Fondazione Aquilone Onlus può rivendicare in pieno questo biglietto da visita grazie ai suoi 28 anni di lavoro nella periferia nord di Milano, tra Bruzzano e Comasina. L’attenzione di questo ente senza fine di lucro si concentra fin dall’inizio soprattutto su bambini, giovani e persone anziane, attraverso una serie di progetti di coesione sociale realizzati in relazione con scuole, parrocchie, gruppi di volontariato e cooperative sociali presenti nei quartieri delle zone 9 e 3. D’estate, con la fine della scuola, i centri estivi diventano per molte famiglie un’esigenza fondamentale.
Con Sheila Badalucco, coordinatrice dei servizi per i bambini in età primaria, e Giuseppe Fornari, responsabile area 11-18 anni, vediamo cosa significa prendersi cura dei più giovani con servizi ricreativi ed educativi.

«Abbiamo molti stranieri – racconta Badalucco – e ragazzi provenienti da zone popolari che integriamo in contesti di "normalità". Parliamo di fasce di popolazione che certo non possono permettersi la gran parte dei campus che ci sono in giro. La nostra proposta deve perciò coniugare il mantenimento della qualità del servizio con prezzi accessibili per tutte le famiglie. Oltre ai volontari noi abbiamo operatori professionali, con esperienza di progetti sociali alle spalle».

L’offerta della Fondazione prevede innanzitutto un campus per i bambini di età 3-6 anni, in partenza il 30 giugno. Per quanto riguarda le scuole primarie sono invece già partiti i due campus previsti: il primo a Bruzzano, presso la scuola “Anna Frank” di via Dora Baltea. «Le lezioni - spiega Fornari - proseguono fino al 30 giugno. Fino a quella data ci adatteremo ai ritmi della scuola, garantendo la nostra presenza da mezzogiorno fino alle 16.30. Questo è il nostro valore aggiunto: colmare i vuoti, arrivare dove non arrivano le altre istituzioni». A Bruzzano sono un’ottantina i bambini coinvolti. Il numero sale a 130 nel secondo campus in Comasina, presso l’oratorio della Parrocchia San Bernardo con cui c’è uno storico rapporto di collaborazione. Oltre che negli orari, si cerca di diversificare anche nella proposta: « Nonostante le difficoltà legate al Covid - parla di nuovo Sheila - cerchiamo di stimolare la creatività.  Facciamo corsi, ad esempio di fotografia. In più ci sono i tornei, la parte ludica».

Passando all’età delle scuole secondarie, la Fondazione Aquilone dispone di ben due “CAG” (Centri di Aggregazione Giovanile) nei due già citati quartieri. L’organizzazione di un presidio estivo è dunque più semplice. I ragazzi coinvolti sono 45 a Bruzzano e 30 a Comasina, con un operatore ogni 15 persone come da regola interna. Anche qui si diversificano gli orari, puntando soprattutto sul pomeriggio (15.30-18.30). Sono previste anche giornate di uscita, per gite fuori Milano o per giri cittadini per attività sportive o per conoscere meglio piazze, parchi e luoghi segreti della città.

Un elemento comune a tutti i campus è l’attenzione al tema disabilità. All’interno della Fondazione Aquilone è attivo tutto l’anno il servizio “RicreAttivamente” che assiste ragazze e ragazzi di disabilità media o lieve tra gli 11 e i 18 anni, un’età in cui non si può ancora fruire dei servizi istituzionali, ma le conseguenze del gap con gli altri ragazzi sono già decisive, con il rischio di diventare incolmabili.
Il lavoro di RicreAttivamente, che durante l’estate si concentra in 3 giorni, punta così a favorire uno scambio. « È importante che sin da adolescenti si impari a farsi carico dei problemi degli altri coetanei. È un percorso di integrazione che serve a rompere quelle barriere che a quell’età sono un rischio concreto. Noi costruiamo un’unione tra diverse potenzialità».

Lo sforzo maggiore, ribadito in conclusione da Fornari, ha sempre a che fare con le esigenze dell’utenza. «Si parte dai bisogni, dal capire i bisogni delle famiglie, dei genitori. Gli altri luoghi aggregativi hanno inevitabilmente i loro limiti orari. Le scuole sono aperte al mattino, gli oratori magari solo il pomeriggio. Noi siamo flessibili».

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