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Giuseppe Pirlo, prorettore Università di Bari Aldo Moro e presidente AICA Puglia
Blockchain, poco utile in Italia se non cambia la burocrazia
Giuseppe Pirlo | 2 gennaio 2019

E’ stato da poco nominato - dal Ministro per lo Sviluppo Economico - il gruppo di esperti a cui è affidato il compito di elaborare la strategia nazionale sulla Blockchain.

La blockchain infatti, che è probabilmente la tecnologia che attualmente riscuote maggior interesse mediatico, è la tecnologia che consente di certificare transazioni attraverso la realizzazione di un registro digitale distribuito e inalterabile, senza quindi la necessità di una terza parte certificatrice.

Che ben venga quindi la costituzione di questo gruppo di esperti, a cui afferiscono noti studiosi di indubbia competenza ed esperienza, che affianchi il ministero nella comprensione di questa nuova tecnologia e degli sviluppi che questa può avere a livello nazionale.

Del resto come mai prima dei nostri giorni, la politica mostra grande interesse verso la tecnologia. In nessun altro periodo, infatti, la tecnologia è stata così strategica e invasiva. Appare quindi pienamente comprensibile che la politica si interessi alla tecnologia in quanto potente strumento in grado di imporre cambiamenti economici e sociali, con ricadute profonde anche sul consenso e sulla possibilità di agire su di esso.

Il problema centrale è ora quello di capire se l’attenzione verso la tecnologia sia strumentale o reale. In altre parole occorre capire se il cambiamento che si desidera sia concreto o se ci si accontenti di un cambiamento solo percepito.

Un cambiamento reale necessita infatti che alle risultanze degli studi del gruppo di esperti, che in questo caso è dedicato alla tecnologia della blockchain, corrisponda un pieno riscontro da parte del ministero e del governo. E’ del tutto evidente infatti che la reale possibilità di adottare tecnologie avanzate richiederà la revisione – in tempi certi - di importanti aspetti regolamentativi e organizzativi, per i quali è indispensabile dar via a una serie di azioni normative e amministrative coordinate. In alternativa, a fronte del lavoro del gruppo di esperti, avremo solo l’ulteriore narrazione di quello che si potrebbe fare nei diversi contesti applicativi. Un risultato certamente di pregio ma senza una reale ricaduta concreta.

La speranza è quindi che la nomina del gruppo di esperti sia davvero l’inizio di un percorso serio di cambiamento che, come tutti i cambiamenti, richiederà uno sforzo reale. La qualificazione degli esperti selezionati è garanzia di assoluta credibilità e serietà. Il Paese che desidera il cambiamento chiede ora analoga credibilità e serietà da parte del Governo.

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